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Q?
Come devo pulire i denti?
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A.
Bisogna sapere che la placca necessita di stratificare per almeno 72 ore per essere in grado di cariare i denti, mentre è necessario un accumulo di 21 giorni perché possa infiammare le gengive ed iniziare un processo che, potenzialmente, può portare alla piorrea.
I denti vanno spazzolati con l’ausilio di un dentifricio fluorato, per almeno 2 minuti almeno due volte al giorno. Noi consigliamo lo spazzolino elettrico almeno 1 volta la giorno, insieme al filo interdentale.Esistono varie tecniche che prevedono l ‘utilizzo di uno spazzolino manuale, la più consigliata è la tecnica di Bass: lo spazzolino va portato tra dente e gengiva (le setole penetrano nel solco) con inclinazione di 45° e vanno eseguiti piccoli movimenti rotatori. Prima di spazzolare i denti almeno una volta giorno, è fortemente consigliato l’utilizzo del filo interdentale e, nel caso di spazi ampi o in caso di ponti o apparecchi ortodontici, è consigliato l’impiego dello scovolino, che può avere diverse dimensioni per meglio adattarsi ad ogni singolo caso specifico. L’uso di coluttori medicati a base di clorexidina va limitato a casi particolari su indicazione dell’odontoiatra o dell’igenista.
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Q?
Perché ho l’alito cattivo?
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A.
L’alito cattivo può avere un legame stretto con problemi presenti nel cavo orale quali tartaro e placca, carie, vecchie protesi che non chiudono bene, affollamenti dentari, tasche parodontali. Tutte queste condizioni sono cause di ristagno di batteri e residui alimentari la cui fermentazione è sicuramente causa di alitosi.
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Q?
Che cos’è la piorrea e come la curo?
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A.
La piorrea è una malattia delle radici e dell’osso che le sostiene, ed è causata da batteri che si accumulano intorno alla radice diventando lentamente tartaro, che va verso la punta della radice isolandola dall’osso che la sostiene. Con il tempo questo processo porta a mobilità dentale, pus, dolori gengivali ed alito pesante.
Le terapie consistono inizialmente in una fase di rimozione del tartaro, pulizia profonda delle eventuali tasche, seguite se necessario da una correzione chirurgica dei difetti ossei. A tutto ciò seguiranno controlli ravvicinati ogni 3-4 mesi per verificare il mantenimento dell’igiene orale eseguita a casa, per verificare la stabilizzazione della malattia parodontale, per eseguire se necessario ulteriori sedute di eliminazione del tartaro e della placca. -
Q?
Che cos’è un impianto?
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A.
L'impianto è una vite di dimensioni simili a quelle della radice dentale, che dopo un’estrazione la sostituisce. Si tratta di una radice artificiale che viene posizionata nell’osso, con il quale dopo alcuni mesi si osteointegra. Un impianto, come nel caso della dentatura naturale, può sostenere una corona singola, due o più impianti un ponte più o meno esteso, oppure una protesi rimovibile completa o parziale. Un impianto è generalmente costituito quasi completamente da titanio, un materiale assolutamente biocompatibile, e come una radice naturale può avere forma cilindrica o conica. Ne esistono di diametro o lunghezza variabili a seconda della quantità e qualità di osso a disposizione.
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Q?
Cos’è una devitalizzazione dentale o terapia canalare?
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A.
La cura o terapia canalare prevede, a seguito dell’infezione o infiammazione della polpa dentaria, la completa asportazione di quest'ultima, la successiva detersione, decontaminazione e otturazione con guttaperca dello spazio canalare all’interno della o delle radici dei denti interessati dal trattamento. Tale procedura è necessaria quando la carie o una frattura dentale espongono il nucleo capillare del dente, che lo nutre, lo innerva e lo rende piu’ elastico e robusto.
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Q?
A cosa serve il filo interdentale?
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A.
Solo l’uso quotidiano del filo interdentale permette una corretta rimozione della placca dagli spazi interdentali. Spesso il processo carioso inizia proprio nelle aree di contatto tra un dente e l’altro.
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Q?
Che cos’è la carie e come posso evitarla?
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A.
La carie è una demineralizzazione del dente: prima viene attaccato lo smalto, che è lo strato esterno, e poi la dentina, lo strato di tessuto dentale posto più internamente. La presenza simultanea di batteri e degli zuccheri di cui si cibano, lasciati sul dente per un tempo prolungato, insieme ad una condizione genetica predisponente, permettono che la partenza del processo carioso possa iniziare e svilupparsi.
Fondamentale è evitare che questi fattori manifestino la loro potenziale azione distruttiva, grazie alla prevenzione, che deve agire su più fronti. Una buona igiene orale e una corretta alimentazione possono notevolmente abbassare il rischio carie. La somministrazione di fluoro, che deve iniziare dai primi anni di vita soprattutto attraverso l’applicazione topica grazie a dentifrici e collutori fluorati, riduce ulteriormente il rischio di sviluppare processi cariosi. Anche la sigillatura dei solchi dei molari (e a volte dei premolari appena erotti) rende più semplice e liscia la superficie masticante. Purtoppo la maggior parte delle carie inizia tra dente e dente, perciò le sigillature dovrebbero essere proposte solo ai pazienti che hanno un'adeguata igiene orale ma presentano solchi profondi e difficili da pulire. Frequenti controlli periodici, motivazione e igiene professionale aiutano a ridurre ulteriormente il rischio. -
Q?
Che cos’è la placca batterica
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A.
La placca batterica è un deposito giallo/grigio (biofilm) creato sul dente, vicino al colletto gengivale e nello spazio interdentale in particolare. Si genera con l’accumulo di germi e mucoproteine salivari. La placca ed i batteri in essa contenuti rappresentano la principale causa delle carie e della malattia parodontale. Una buona masticazione bilaterale ed anche l’azione delle gomme da masticare senza zucchero può ostacolarne la formazione. Con il tempo, lasciato indisturbato, accumula cristalli di calcio, diventando
tartaro, difficilmente removibile con lo spazzolino. -
Q?
Cos’è lo sbiancamento dentale?
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A.
Lo sbiancamento dentale consiste nell'applicazione di gel a base di acqua ossigenata sui denti. Lo sbiancamento può essere eseguito in studio o a casa con opportune mascherine che si adattano in modo individuale alla dentatura. In entrambi i casi si utilizza un gel che contiene la sostanza sbiancante. Lasciate agire per un certo tempo, queste sostanze possono schiarire il colore dei denti. Il trattamento non funziona sulle porzioni di denti già otturati e risente molto delle abitudini alimentari: un forte consumo di caffè,vino e cibi colorati può limitare la durata ed il successo del trattamento.
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Q?
Come si inserisce un impianto e quanto dura?
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A.
L’intervento è preceduto da un’accurata pianificazione radiologica e protesica. Sulla base di queste valutazioni di spazio a disposizione, viene definita la dimensione e la posizione ideale dell’impianto. L’intervento, che dura circa 15-20 minuti per singolo impianto, viene eseguito in condizione di asepsi in anestesia locale ed è completamente indolore: mediante una delicata incisione si prepara la sede nell’osso nel quale viene inserito alla vite. Qualche volta è possibile l’accesso transmucoso, senza incisione della gengiva. Al termine dell’intervento possono essere applicati dei punti di sutura, che verranno rimossi dopo circa una settimana. Gli impianti semplici sono gestibili nei giorni che seguono l'intervento, prendendo comuni antidolorifici. Nei casi più complessi può essere necessario cortisone ed antidolorifici piu’ efficaci.
La durata a lungo termine degli impianti è oggetto di studi scientifici da circa 30 anni. I risultati ottenuti a tutt’oggi lasciano supporre che gli impianti correttamente posizionati possano durare a vita. Controlli regolari ed un’accurata igiene rappresentano condizioni necessarie per il mantenimento implantare. Il termine rigetto è difficilmente applicabile all’impianto. In condizioni ideali, la possibilità di non raggiungere l’osseointegrazione, o di perderla dopo averla acquisita, di un impianto correttamente inserito nei soggetti selezionati (con buona igiene orale, non diabetici, non fumatori) è molto limitata e inferiore ad un 5% dei casi. Una volta correttamente inserito, un impianto osteointegrato non dà alcun segno o sintomo della sua presenza.
Purtroppo in situazioni anatomiche e protesiche complesse le percentuali di successo possono scendere anche del 40% , facendo andare male un impianto su tre. -
Q?
Il dente devitalizzato è più fragile?
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A.
Sì, è più fragile perché perde il nutrimento apportato dal sangue. In seguito alla devitalizzazione viene infatti a mancare il turnover del collagene (la componente del dente che da elasticità e resistenza). Per diminuire il rischio di fratture, è consigliato ricoprire le cuspidi del dente o con un intarsio, quando è possibile, oppure con una corona. Quando si prevede la ricopertura di un dente con una corona, spesso è importante sfruttare l’ancoraggio meccanico all’interno dello spazio canalare, inserendo uno o più perni in fibra di vetro o carbonio. Questo e’ il cosidetto perno dentale inserito nella radice ancora presente.
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Q?
Quando è necessaria l’ortodonzia?
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A.
La necessità o meno di fare un trattamento ortodontico, lo può decidere solo l’ortodontista. Un genitore a casa può però rendersi conto di alcune disarmonie nel sorriso dei propri figli (ad esempio: l’eccessiva sporgenza degli incisivi, l’eccessivo spazio tra un dente e l’altro, l’eccessivo affollamento, la rotazioni dei denti, ecc).
Altre volte invece i segni non sono così evidenti e la malocclusione può essere dovuta ad una deviazione nel combaciamento tra le arcate (morso inverso o morso incrociato) Per questo per qualsiasi dubbio è consigliabile sempre chiedere una visita con il proprio ortodontista. -
Q?
Quando inizia e quanto dura l’ortodonzia?
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A.
A volte individuare precocemente un dentino storto e correggere l’occlusione che determina, mediante limatura o aggiunta di un piccolo rialzo, in bambini anche molto piccoli, permette di ottenere grandi risultati ortodontici, impedendo lo sviluppo di un morso crociato. L’ortodonzia, anche senza apparecchio, può iniziare anche in età prescolare. La durata di un trattamento ortodontico è molto variabile e dipende dal tipo di problematica da risolvere e dall'età del paziente. Preferiamo iniziare precocemente il trattamento, anche a 3-4 anni, mediante dispositivi mobili e morbidi, seguendo la terapia in cooperazione con l’osteopata, per cercare di intercettare le possibili malocclusioni prima che si sviluppino completamente.
Nei bambini il trattamento può essere suddiviso in diverse fasi. La prima, in età scolare, interviene sulla dentatura mista mediante dispositivi morbidi. La seconda, in fase adulta, utilizza sia dispositivi morbidi che mascherine invisibili o apparecchi fissi tradizionali.
Nei ragazzi in dentatura permanente e nell’adulto, un trattamento ortodontico fisso può durare da pochi mesi fino a 2-3 anni al massimo. Il trattamento non è doloroso, anche se un po' di dolenzia è normale nei primi 3-4 giorni dopo l’applicazione degli attacchi, dopo si possono avere solo lievi disturbi facilmente eliminabili, causati dall’eventuale sfregamento sulle guance di parti dell’apparecchiatura ortodontica. -
Q?
Digrigno i denti. Cosa posso fare?
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A.
Il bruxismo (il digrignare i denti) è un fenomeno spesso inconscio che si manifesta durante il sonno. Si tratta di un disturbo abbastanza comune nei bambini che stanno ancora allineando le arcate dentarie, mentre non è corretto quando avvien in età adulta.
Le cause del bruxismo non sono note, anche se molto speso è associato a periodi di stress. Conseguenza del bruxismo, a causa dello sfregamento dei denti tra loro, è l’usura degli stessi che può arrivare anche a livelli estremi con forte perdita di sostanza dentale, con aumento della sensibilità al caldo e al freddo, ma soprattutto si possono avere fenomeni di affaticamento della muscolatura masticatoria con contratture e dolore, fino ad infiammazione e usura dell’articolazione temporo-mandibolare.Possono aiutare delle tecniche di rilassamento quali yoga, meditazione e training autogeno; gli sport che permettano l’uso delle spalle per aumentare il drenaggio linfatico (nuoto, nordwalking) , proteggere i denti con bite più o meno funzionalizzati e, nelle situazioni estreme, iniettare botulino nei masseteri (i muscoli masticatori). Questa soluzione dura dai 6 ai 12 mesi e sebbene incuta timore è assolutamente reversibile e dà soddisfazione in circa metà dei casi.
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Q?
Postura: è vero che la bocca può essere la causa dei miei dolori alla schiena?
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A.
C’è la tendenza a vedere la testa e la bocca come delle parti a sé, staccate dal resto del corpo. In realtà tutto è collegato e qualsiasi movimento è creato grazie alla coordinazione di tutto il corpo. Se, ad esempio, adesso alzate la testa al cielo, sentirete il bacino avanzare ed il peso sui talloni aumentare.
Tutto ciò che influenza la bocca, la visione oculare e l’appoggio dei piedi influenza anche il corpo e viceversa, coinvolgendo fenomeni di adattamento che, quando eccessivi, possono provocare dolori di difficile inquadramento clinico. Compito del posturologo è quello di cercare tra le cause ed eliminarle,tentare di ristabilire un equilibrio più confortevole ed armonioso. -
Q?
A che età devo far visitare mio figlio dal dentista la prima volta?
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A.
Tra 6 e 8 mesi spuntano i primi dentini. Questo è il momento giusto per la prima visita. Il Ministero della salute consiglia il primo controllo tra i 12 e 24 mesi.
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Q?
A che età si deve cominciare a lavare i denti a un bambino?
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A.
Fin dalla nascita è necessario avere una corretta igiene orale. Prima che spuntino i dentini, dopo ogni poppata bisogna pulire bene le labbra del bambino per evitare ristagni di latte. Con una garza inumidita con acqua bollita avvolta intorno all’indice è bene pulire l’interno della bocca. In seguito esistono in commercio diversi tipi di spazzolini per pulire i primi dentini e la lingua. Abituare il bambino a lavare i denti prestissimo è anche soprattutto una questione di educazione all’igiene.
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Q?
Quali sono i cibi che cariano i denti?
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A.
Più un cibo è raffinato, ricco di zucchero bianco e acido per natura (succhi di frutta e bevande), più aumenta il rischio di carie. Alcuni genitori tendono a sostituire il latte vaccino con derivati come latte di riso o mandorla; ma queste bevande sono fondamentalmente acqua e zucchero e quindi cariogene.Un altro grave errore è mettere miele sul ciuccio per rendere più buono il poppante. Le lesioni cariose son talmente conosciute da aver ottenuto la definizione di “carie da biberon”.
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Q?
Che dentifricio devo usare per lavare i dentini di mio figlio?
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A.
I dentifrici per bambini hanno generalmente meno fluoro di quelli per gli adulti, hanno hanno un sapore più fruttato e piacevole per renderli più piacevoli al sapore. Fondamentale quindi è usare dentifrici specifici per l'età infantile.
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Q?
Come posso prevenire la carie nel mio bambino?
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A.
La fluoroprofilassi, cioè prevenire la carie attraverso l’utilizzo del fluoro, rappresenta la principale arma nella lotta alla carie ed è necessaria per tutti i bambini. Oggi si ritiene che la modalità di somministrazione del fluoro più efficace sia quella per via topica, ovvero l'utilizzo di dentifrici fluorati che contengano almeno 500 ppm di fluoro, e l’applicazione di gel di fluoro (che contengono 1.2500 ppm) eseguita in maniera professionale a partire dai 6 anni di età. L’utilizzo di fluoro per via sistemica da assumere in gocce o compresse è consigliato qualora ci siano difficoltà a effettuare le altre modalità (bambini disabili o con una forte incidenza di carie) e consiste nell’assunzione di 0.25mg al giorno di fluoro in gocce dai 6 mesi ai 3 anni e di 0.50 mg al giorno dai 3 ai 6 anni. Tutto ciò andrebbe correlato comunque alla dose normalmente introdotta con l’acqua che si beve abitualmente.
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Q?
È utile sigillare i denti dei bambini?
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A.
Le sigillature dei solchi dei molari permanenti prevengono la carie delle superfici occlusali. I primi molari permanenti erompono a circa 6 anni nel cavo orale del bambino e sono i primi denti che vanno incontro a carie, poiché spesso i piccoli hanno difficoltà a pulirli bene. L’efficacia della sigillatura si attesta attorno all’87% a 3 anni e consiste nella chiusura dei solchi dei molari con delle resine. È poi necessario sottoporre i bambini a visite di controllo periodiche ogni sei mesi per valutare l’integrità delle sigillature.